Che cos'è il radiantismo

Si tratta di un hobby tecnico fra i più complessi, di un divertimento molto, molto serio, di una vera e sana passione, di una attività che ha un notevole valore umano e sociale.

Il radiantismo è nato ai primi del '900. Dopo le esperienze transoceaniche di Marconi, specie negli Stati Uniti, si diffuse un notevole interesse per la costruzione di piccoli trasmettitori a scintilla, con i quali i primi hobbisti potevano effettuare comunicazioni a moderate distanze. Le prime notizie sull'esistenza di stazioni di radioamatore risalgono al 1907. È un periodo storico di grandi invenzioni tecnico-scientifiche; il radiantismo era allora riservato a tecnici, spesso professionisti, in grado di costruirsi tutte le apparecchiature, o a dilettanti autodidatti sensibili a queste scoperte e con basi culturali sufficienti a darsi una autoistruzione in materia.

L'attività degli OM (=Old Man, in italiano traducibile in "vecchio mio", un modo bonario e scherzoso che abbiamo noi radioamatori di chiamarci) è nata e si è sviluppata, ovviamente, nei paesi industriali, Stati Uniti per primi, dove i radioamatori ottennero ben presto risultati entusiasmanti, crescendo rapidamente in numero, abilità e conoscenze. Ecco spiegato il grande peso che hanno gli USA nelle organizzazioni radiantistiche internazionali: strutture, organizzazione, legislazione, lingua, codici, vengono in gran parte da quel paese; di stampo anglosassone è anche l'agonismo radiantistico tipico delle gare tra OM di tutto il mondo, della caccia ai records, dei diplomi, ecc. tutti improntati alla più assoluta lealtà e correttezza secondo canoni che ricordano l'Honour System adottato nei colleges inglesi.

Radiantismo vuol dire ancora oggi studi, passione, severa applicazione; ed inoltre autocostruzione, capacità di operare e mantenere i propri apparati con competenza e cognizione di causa.

Con il crescere del numero dei radioamatori il nostro hobby ha ricevuto innumerevoli riconoscimenti e viene elevato a stato di SERVIZIO (Servizio di radioamatore).

Chi sono i Radioamatori

I radioamatori sono hobbisti che, debitamente autorizzati dagli organi governativi, attuano con altri radioamatori scambi di messaggi di carattere tecnico, riguardanti esperimenti radioelettrici a scopo di studio e di istruzione e senza alcun interesse venale.

Per ottenere tale Autorizzazione Governativa occorre aver conseguito, previo superamento di Esami Ministeriali, la Patente di operatore radio, che viene rilasciata dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni, di concerto con il Ministero degli Interni ed il Ministero della Difesa.

In poche parole il radioamatore è un ricercatore e, come tale, ha necessità di un mezzo tecnico, la radio, per la ricerca e la sperimentazione; ed i fatti lo confermano. Non a caso la tecnologia industriale negli ultimi anni ha attinto dalle esperienze dei radioamatori: le tecniche e gli studi di alcuni sono stati posti a disposizione di tutti. Ogni giorno infatti un esercito di ricercatori sperimenta e realizza nuove tecniche; quasi tre milioni di radioamatori in tutto il mondo! Nessun organismo statale o privato potrebbe organizzare una così costante ricerca su tutti i fenomeni collegati alle trasmissioni via etere.

Una volta in possesso di Patente si può ottenere la Licenza di impianto ed esercizio di stazione di radioamatore, con l'assegnazione da parte del Ministero di un Nominativo internazionale di chiamata, caratteristico ed univoco per ogni radioamatore del mondo.

Da questo si può già vincere una delle grandi differenze tra il radioamatore ed il cosiddetto CB o utilizzatore della banda cittadina; quest'ultimo infatti non ha da sostenere esami (radiotecnica e telegrafia), non ha da ottenere patente, non ha una licenza, non ha un nominativo internazionale di chiamata ed ha ancora una lunga serie di limitazioni (oltre che naturalmente non potersi legalmente fregiare della qualifica di radioamatore per il solo fatto di parlare dentro un walkie-talkie o da un camion in corsa).

Possiamo dire senza tema di essere smentiti che se al radioamatore competono la ricerca e la sperimentazione, al CB competono il gioco ed il divertimento: due modi nettamente diversi di approccio al mondo della radio. In realtà un hobby ove si può mettere in pratica il proprio bagaglio tecnico e la propria preparazione offre molta piu' soddisfazione e divertimento; e l'applicazione per il superamento di esami non eccesivamente difficili non è certo un ostacolo a chi, novello epigono di Marconi, vuole fare del suo mezzo tecnico uno strumento di cimento e formazione tecnica, culturale, sociale e del suo hobby uno strumento di crescita personale e di interesse e beneficio per la collettività.

 

Che cosa fanno i radioamatori

I radioamatori sono personaggi che usano, in molte modalità differenti, dei ricetrasmettitori. Diffidate di coloro che definiscono i radioamatori "quelli che disturbano la TV": spesso non sono loro, ma bensì utilizzatori di altri servizi radio, ignari dei disturbi provocati ad altri per la loro inesperienza o ignoranza. I radioamatori, per ciò che è già stato scritto, hanno conoscenze tecniche e pratiche da far invidia a molti, ed il loro hobby, potete starne certi, non è disturbare, ma operare collegamenti.

Il modo più classico per operare un collegamento radio è per mezzo di un microfono, quindi in fonia; in vari modi, però: FM, AM, LSB, USB.....

Altri mezzi comuni per operare collegamenti radio sono SSTV (Slow Scan TeleVision), ATV (Amatorial TeleVision), RTTY (Radio Tele Type); meno comunemente si usano AMTOR, FEQ, PACTOR, GTOR, FAX.

Ma il modo sicuramente più caratterizzante e specifico del radioamatore è la Telegrafia, il modo che in maggior misura avvicina i radioamatori di tutto il mondo, e dal punto di vista tecnico e dal punto di vista linguistico.

·         Tecnico perché è il sistema a maggior economia di esercizio: basta infatti un semplice oscillatore, non occorrono stadi di modulazione; risparmio di energia quindi e segnali comprensibili anche in mezzo al rumore o alle evanescenze.

·         Linguistico perché la maggior parte dei termini usati sono standard ed uguali in tutte le linge del mondo, per noi come per i Thailandesi, gli Indiani o gli Eschimesi.

La fantasia dei radioamatori, poi, non ha limiti. Infatti i collegamenti vengono effettuati usando la propagazione delle onde radio per via di terra, per via ionosferica, per aurora boreale, sfruttando le scie ionizzate dei fasci meteorici, per ponte radio, per riflessione del suolo lunare, via satellite, via diretta..... contattando chi ha i piedi per terra e chi vaga nello spazio (anche tra gli astronauti si contano dei radioamatori: effettuano collegamenti radio con altri radioamatori per svagarsi nelle ore di pausa dai loro compiti spaziali). E se ci saranno altri modi per comunicare, potete starne certi, lo avranno inventato e sperimentato i radioamatori!

 

Come si diventa radioamatore

Un Radioamatore per essere tale davanti alla legge (e non solo per il vocabolario) deve essere autorizzato alle ricetrasmissioni. In particolare i disposti di legge recitano che nessuno puo' disporre a suo piacimento dello spettro radio, qualunque frequenza voglia usare. Nel nostro caso, per poter fare uso delle frequenze radioamatoriali, bisogna essere in regola con i disposti di legge e cioè:

·         avere una PATENTE DI STAZIONE DI RADIOAMATORE

·         avere una LICENZA PER L'IMPIANTO E L'ESERCIZIO DI STAZIONE DI RADIOAMATORE

Per avere la Patente bisogna, ovviamente sostenere degli esami e financo superarli: si tratta di rispondere per iscritto ad una serie di quesiti inerenti la radiotecnica e le normative nazionali ed internazinali, e sostenere due prove pratiche, una di trasmissione ed una di ricezione, in codice Morse.

Per avere la Licenza occorre avere la patente di cui sopra, e non avere pendenze penali o civili in corso, dal momento che i ministeri competenti per il rilascio della medesima sono, oltre al Ministero delle Comunicazioni anche il Ministero degli Interni ed il Ministero della Difesa.

Per sostenere gli esami di cui sopra bisogna produrre una serie di documenti in carta bollata, fotografie, e cose varie, usando modulistica predisposta all'upo. Ma, cosa ben più importante, bisogna possedere quelle nozioni sulle quali si verrà esaminati.

Sicuramente però il primo passo per diventare radioamatore è quello di familiarizzare con il mondo dei radioamatori. Cosa che può avvenire:

·         frequentando la più vicina Sezione A.R.I.

·         richiedendo (questa volta senza esami o altri intoppi) un nominativo da SWL e darsi all'ascolto dei radioamatori.

SWL: cosa significa? È un acronimo e sta per Short Wave Listener. Anche per il semplice ascolto delle bande riservate ai Radioamatori è necessario munirsi di un permesso, in quanto il semplice canone di abbonamento alla RAI permette solamente di ascoltare le radiodiffusioni circolari e non altri servizi. L'autorizzazione all'ascolto o permesso da SWL da quindi la possibilità di compiere un primo ma fondamentale passo verso il mondo dei radioamatori, avendo anche un nominativo e senza dare nessun esame.

Cosa è l' A.R.I.

E' l'Associazione Radioamatori Italiani, fondata nel 1927 da Ernesto Montù (a quel tempo Associazione Radiotecnica Italiana), uno dei primi radioamatori nel nostro Paese. Guglielmo Marconi è stato Presidente Onorario dell'A.R.I. dalla fondazione fino al 1937, anno della sua scomparsa.

Nel 1950 l'A.R.I. è stata eretta in Ente Morale con Decreto dell'allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.

L'A.R.I. è guidata da un Consiglio Direttivo, eletto ogni tre anni tra tutti i soci che hanno raggiunto la maggiore età; un componente dello stesso Consiglio è invece nominato dal Ministero delle Comunicazioni.

Il Sodalizio cerca di adempiere nel miglior modo possibile agli scopi statutari, nell'interesse dei soci e di tutti i radioamatori italiani. In particolare:

a) pubblica mensilmente RadioRivista, Organo Ufficiale, su cui appaiono informazioni organizzative ed operative di grande interesse per i radioamatori, nonché articoli tecnici scritti dai radioamatori stessi, alcuni a livello pratico e descrittivo, altri a livello culturale più elevato; i collaboratori sono per lo più radioamatori, che nella vita esercitano le attività più disparate, altre volte tecnici e ricercatori professionisti che non hanno dimenticato di dovere molto al radiantismo.

b) cura la spedizione delle QSL (le cartoline che confermano i collegamenti), direttamente o tramite le Sezioni, per tutti i soci da e per tutti i Paesi del mondo.

c) effettua numerosi altri servizi di assistenza, tutela i soci nei riguardi di Enti e Autorità e li rappresenta nelle Conferenze internazionali, direttamente o tramite la I.A.R.U. (l'organismo del quale fanno parte tutte le associazioni radioamatoriali del mondo, una per ogni stato), difendendo le gamme radiantistiche dalla sempre incombente minaccia di invasione da parte di altri servizi radio.

E' interesse di chi aspira a diventare o di chi è già radioamatore iscriversi all'A.R.I., sia per usufruire degli immediati vantaggi che ne conseguono, sia perché la forza numerica dell'A.R.I. è l'unica garanzia per la conservazione ed il progresso del radiantismo italiano.

 

PATENTI DI CLASSE "A" (Ordinarie) E DI CLASSE "B" (Speciali)

Riassumendo le disposizioni contenute nei Decreti che disciplinano in Italia l'attività radiantistica, ecco come occorre procedere per ottenere la Patente di operatore, primo passo per ottenere poi l'Autorizzazione Generale.

La patente è indispensabile in quanto abilita all'esercizio di una stazione radiantistica (in pratica come la patente automobilistica abilita alla guida di un automezzo), ma non autorizza ancora chi ne è titolare a possedere una propria stazione, per avere la quale occorre prima ottenere il rilascio del nominativo, ossia la sigla che identifica internazionalmente la stazione e quindi l'autorizzazione generale.

Vi sono due tipi di patente, ai quali corrispondono altrettanti tipi di autorizzazione generale, ossia di classe "A", più comunemente chiamata ordinaria, e di classe "B", detta speciale.

A livello internazionale questa stessa classificazione è riconosciuta dalla CEPT (Conferenza Europea Poste e Telecomunicazioni) rispettivamente, l'ordinaria come "classe 1" e la speciale come "classe 2", per cui chi ne è in possesso può operare in tutti gli stati riconosciuti dalla CEPT, senza alcuna formalità. Per conseguire la patente "A" occorre sostenere, secondo le norme contenute nel D.P.R. 6 agosto 1966 ­ n°1214, la prova teorica per dimostrare di conoscere la materia, nonché la prova pratica consistente nella trasmissione e ricezione dei segnali telegrafici in alfabeto Morse.

Per conseguire la patente "B" l'esame è semplificato in quanto non è necessaria la prova pratica, ma solamente la prova teorica.

Chi ottiene la patente "A" può operare su tutte le bande di frequenza assegnate al Servizio di Amatore, mentre a chi ottiene la patente "B" è consentito l'uso di una stazione operante solo su alcune bande di frequenza.

Gli Organi periferici del Ministero delle Comunicazioni, ossia gli Ispettorati Territoriali, indicono ogni anno, di norma, due sessioni di esami per il conseguimento della patente:

solitamente in maggio/giugno ed in ottobre/novembre.

La domanda di ammissione agli esami, stilata secondo il fac-simile riportato più avanti, deve essere indirizzata al Ministero delle Comunicazioni, Ispettorato Territoriale competente per territorio sulla località dove il richiedente è domiciliato.

Poiché alcuni Ispettorati Territoriali estendono la loro competenza su due Regioni, nel caso sussista incertezza, potranno essere richieste preventivamente informazioni presso gli Ispettorati stessi o presso la Sezione A.R.I. del luogo di residenza.

Il termine utile per la presentazione delle domande per gli esami della sessione primaverile è il 30 aprile; quello della sessione autunnale è invece il 30 settembre di ogni anno. Nessun limite di età è prescritto per il conseguimento della patente.

L'esame per il conseguimento della patente di classe "A" (ordinaria) di operatore di stazione di radioamatore consiste in una prova scritta di radiotecnica (presso taluni Ispettorati avviene sotto forma di quiz) ed in una prova pratica di ricezione e trasmissione telegrafica in codice Morse, secondo il programma compreso nel D.P.R. 5 agosto 1966 ­ n° 1214, mentre quello per il conseguimento della patente di classe "B" (speciale) consiste nella sola prova scritta, secondo il medesimo programma. Della Commissione esaminatrice fa sempre parte un rappresentante dell'A.R.I.

 

Organizzazioni nazionali ed internazionali

     La I.T.U., Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, fondata nel 1865, è un settore specializzato delle Nazioni Unite e la sua attività è suddivisa in tre Regioni del mondo.

La regione 1 comprende Europa, Africa, la ex U.R.S.S. ed alcune parti di Asia (l'Italia appartiene  a questa regione); la Regione 2 comprende tutta l'America; la regione 3 comprende quasi tutta l'Asia ed il resto del mondo. I radioamatori di tutte le parti del mondo sono organizzati in Associazioni Nazionali.

Le Associazioni Nazionali fanno parte della I.A.R.U., Unione Internazionale dei Radioamatori, fondata nel 1925 per rappresentare e coordinare l'attività radiantistica in tutto il mondo, specialmente nei confronti dei Governi.

L'A.R.I. Associazione Radioamatori Italiani (già Associazione Radiotecnica Italiana), fondata nel 1927 ed eretta in Ente Morale nel 1950 è l'Associazione che rappresenta circa 20000 radioamatori.

 

I radioamatori e il progresso tecnico

       La sperimentazione dell'attività radiantistica ha dato un contributo considerevole allo sviluppo delle radiocomunicazioni.

 Molti circuiti furono sviluppati e perfezionati dai radioamatori; nuove tecniche e l’uso di nuove frequenze sono merito dei radioamatori.

I radioamatori hanno partecipato alle ricerche spaziali, costituendo una enorme organizzazione di radio ascolto. Dal lancio del primo Sputnik (novembre 1957); alla costruzione di stazioni ricetrasmittenti ripetitrici installate su satelliti e messi in orbita dagli appositi Enti spaziali.

Lo studio dei comportamenti delle onde elettromagnetiche si sviluppa con buoni risultati: anomalie, aurore boreali, sciami meteorici, ecc.. Anche per le zone inesplorate delle più alte gamme di frequenza, le microonde.

 

Le pubblicazioni tecnico-operative

Le associazioni radiantistiche hanno realizzato una importante letteratura tecnica sui più svariati aspetti della tecnica delle radiocomunicazioni.

Vengono pubblicate riviste mensili dove sono descritti gli aspetti tecnici, operativi ed associativi dell'attività radiantistica; sono pubblicati manuali e guide sulla teoria elementare e  sugli aspetti più specialistici ed avanzati.

 

L'amicizia internazionale

II radiantismo rappresenta una occasione unica di fare amicizie « in aria ».

In ogni nazione esistono in tutto il periodo dell'anno varie possibilità di incontri in occasione di frequenti manifestazioni, mostre, ecc.

 

L'aspetto sociale

Da molti decenni i radioamatori sono disponibili anche per mettere a disposizione la loro particolare abilità operativa e preparazione tecnica per intervenire nelle località con problemi di emergenza.

Terremoti e inondazioni hanno visto arrivare per primi i radioamatori per organizzare i collegamenti radio.

Molte persone con handicap fisico trovano nell'attività radiantistica la possibilità di essere a contatto con degli amici.

 

Il futuro del radiantismo

Il Servizio d'Amatore continuerà a proseguire se le pubbliche amministrazioni continueranno a riconoscere l'insostituibile apporto dei radioamatori.

Un efficiente movimento di radioamatori nei paesi in via di sviluppo potrebbe costituire una importante riserva di tecnici per operare nei servizi governativi.

Le Autorità responsabili hanno riconosciuto che il Servizio d'Amatore è un metodo efficace per fornire ad una persona una educazione tecnica ad un costo minimo.

Ciò è particolarmente importante nelle nazioni sottosviluppate, che non dispongono altrimenti delle possibilità per provvedere a tale istruzione.

 

I radioamatori in Italia

Guglielmo Marconi può essere considerato il primo radioamatore del mondo, non solo da un punto di vista scientifico, ma cronologico; un radioamatore che fu anche il primo Presidente, nel lontano 1927, dell'allora nascente Associazione che raggruppava i precursori del Radiantismo italiano.

In Italia questa attività venne guardata con sospetto dalle autorità, ed i radioamatori, tra divieti, sequestri ed angherie, mantennero in vita la loro passione in una atmosfera di clandestinità.

Nel 1946 le autorità alleate di occupazione, nei cui paesi il movimento Radiantistico si era nel frattempo sviluppato, emisero i primi permessi provvisori.

Ma col trattato di pace ed il ritorno dei poteri alle autorità italiane, vennero nuovamente introdotte restrizioni alle attività dei radioamatori.

Queste restrizioni erano molto amare perché negli altri Stati venivano al contrario accordate ulteriori concessioni.

L'Associazione Radiotecnica Italiana, successivamente eretta in Ente Morale (1950), iniziò un lungo e spesso duro lavoro per sensibilizzare la pubblica amministrazione ai problemi del Radiantismo ed alla sua considerevole importanza nell'interesse nazionale.

Vennero le alluvioni, i terremoti: dal Polesine a Firenze, alla Sicilia, al Friuli, all'Irpinia. Per la prima volta la cronaca si occupò dei radioamatori, di questi oscuri privati cittadini che erano stati in grado di sostituire le reti ufficiali di telecomunicazione dove queste ultime erano state interrotte o distrutte.

Gli organi dello Stato cominciarono a rendersi conto dell'utilità del Servizio e dell'opera degli appassionati che, anche nelle condizioni più impensate e con mezzi di fortuna, realizzavano ciò che la potente, ma lenta macchina ufficiale, non era certo in grado di improvvisare. Per ben 48 ore le uniche comunicazioni con Firenze allagata, ad esempio, furono realizzate dai radioamatori, postisi a disposizione delle Organizzazioni di soccorso.

Non si contano ormai più i casi in cui un appello di ricerca di medicinali lanciato dalla rete dei radioamatori ha permesso di salvare vite umane, o almeno di alleviare le sofferenze di sventurati.

 

Le bande di frequenza

I radioamatori dimostrarono l’utilità delle onde corte per le grandi distanze, fino ad allora inutilizzate.

Sin dal 1923, nelle conferenze amministrative mondiali (WARC), i governi cercarono di privare i radioamatori di qualche parte delle frequenze a loro assegnate.

L’utilità dimostrata dal Servizio di radioamatore ha evitato di subire tagli alle frequenze.

 

 Banda

Statuto di servizio

 Massima Potenza

Note
(aggiornamento settembre 2002)

 

 

Autorizzazione Generale

 

 

 Ordin.

 Spec.

 

 135,5 - 137,8 kHz

 secondario

 1 W erp

 -

 max. 1 W erp

 1830 - 1850 kHz

 PRIMARIO

 500 W

 -

 

 3500 - 3800 kHz

 secondario

 500 W

 -

 

 7000 - 7100 kHz

 PRIMARIO

 500 W

 -

 Più servizio satelliti

 10,100 - 10,150 kHz

 secondario

 500 W

 -

 

 14 - 14,250 kHz

 PRIMARIO

 500 W

 -

 Più servizio satelliti

 18,068 - 18,168 kHz

 PRIMARIO

 500 W

 -

 Più servizio satelliti

 21 - 21,450 kHz

 PRIMARIO

 500 W

 -

 Più servizio satelliti

 24,890 - 24,990 kHz

 PRIMARIO

 500 W

 -

 Più servizio satelliti

 28 - 29,7 kHz

 PRIMARIO

 500 W

 -

 Più servizio satelliti

 50 - 51 MHz

 secondario

 10 W

10 W

 

 144 - 146 MHz

 PRIMARIO

 500 W

10 W

 Più servizio satelliti

 430 - 434 MHz

 secondario

 500 W

10 W

 

 435 - 436 MHz

 PRIMARIO

 500 W

10 W

 Più servizio satelliti

 436 - 438 MHz

 secondario

 500 W

10 W

 Solo servizio satelliti

 1240 - 1245 MHz

 secondario

 500 W

10 W

 

 1267 - 1270 MHz

 secondario

 500 W

10 W

 Più servizio satelliti

 1270 - 1298 MHz

 secondario

 500 W

10 W

 

 2300 - 2440 MHz

 secondario

 500 W

10 W

 

 2440 - 2450 MHz

 esclusivo

 500 W

10 W

 Più servizio satelliti

 5650 - 5670 MHz

 secondario

 500 W

10 W

 Solo servizio satelliti

 5760 - 5770 MHz

 PRIMARIO

 500 W

10 W

 

 5830 - 5850 MHz

 secondario

 500 W

10 W

 Più servizio satelliti

 10,3 - 10,45 GHz

 esclusivo

 500 W

10 W

 

 10,45 - 10,50 GHz

 esclusivo

 500 W

10 W

 Più servizio satelliti

 24- 24,05 GHz

 PRIMARIO

 500 W

10 W

 Più servizio satelliti

 47 - 47,20 GHz

 PRIMARIO

 500 W

10 W

 Più servizio satelliti

 75,50 - 76 GHz

 PRIMARIO

 500 W

10 W

 Più servizio satelliti fino al 2006

 76 - 77,5 GHz

 secondario

 500 W

10 W

 Più servizio satelliti

 77,5 - 78 GHz

 PRIMARIO

 500 W

10 W

 Più servizio satelliti

 78 - 81,5 GHz

 secondario

 500 W

10 W

 Più servizio satelliti

 122,5 - 123 GHz

 secondario

 500 W

10 W

 

 134 - 136 GHz

 PRIMARIO

 500 W

10 W

 Più servizio satelliti

 136 - 141 GHz

 secondario

 500 W

10 W

 Più servizio satelliti

 241 - 248 GHz

 secondario

 500 W

10 W

 Più servizio satelliti

 248 - 250 GHz

 PRIMARIO

 500 W

10 W

 Più servizio satelliti

 

I Prefissi di Radioamatore in Italia

Autorizzazioni Generali "ordinarie"

 

Autorizzazioni Generali "speciali"

 Liguria

I1, IK1, IZ1 

 

 Piemonte e Valle d'Aosta

IW1AA...IW1OZZ 

 Piemonte

I1, IK1, IZ1 

 

 Liguria

IW1PA...IW1ZZZ 

 Valle d'Aosta

IX1 

 

 Lombardia

IW2AA...IW2ZZZ 

 Lombardia

I2, IK2, IZ2 

 

 Veneto

IW3EA...IW3PZZ 

 Veneto

I3, IK3, IZ3 

 

 Trentino A. Adige

IW3AA...IW3DZZ 

 Trentino A. Adige

IN3 

 

 Friuli V. Giulia

IW3QA...IW3ZZZ 

 Friuli V. Giulia

IV3 

 

 Emilia Romagna

IW4AA...IW4ZZZ 

 Emilia Romagna

I4, IK4, IZ4 

 

 Toscana

IW5AA...IW5ZZZ 

 Toscana

I5, IK5, IZ5 

 

 Marche

IW6AA...IW6LZZ 

 Marche

I6, IK6, IZ6 

 

 Abruzzo

IW6MA...IW6ZZZ 

 Abruzzo

I6, IK6, IZ6 

 

 Puglia

IW7AA...IW7XZZ 

 Puglia

I7, IK7, IZ7 

 

 Basilicata (pr. Matera)

IW7YA...IW7ZZZ 

 Basilicata (pr. Matera)

I7, IK7, IZ7 

 

 Basilicata (pr. Potenza)

IW8ZA...IW8ZZZ 

 Basilicata (pr. Potenza)

I8, IK8, IZ8 

 

 Campania

IW8AA...IW8OZZ 

 Campania

I8, IK8, IZ8 

 

 Calabria

IW8PA...IW8WZZ 

 Calabria

I8, IK8, IZ8 

 

 Molise

IW8XA...IW8YZZ 

 Molise

I8, IK8, IZ8 

 

 Sicilia

IW9AA...IW9ZZZ 

 Sicilia

IT9 

 

 Sardegna

IW0UA...IW0ZZZ 

 Sardegna

IS0 

 

 Lazio

IW0AA...IW0PZZ 

 Lazio

I0, IK0, IZ0 

 

 Umbria

IW0QA...IW0TZZ 

 Umbria

I0, IK0, IZ0 

 

 

 

 Isole Toscane

IA5 

 

 

 

 Isole Laziali

IB0 

 

 

 

 Isole Campane

IC8 

 

 

 

 Isole Eolie

ID9 

 

 

 

 Ustica

IE9 

 

 

 

 Isole Egadi

IF9 

 

 

 

 Isole Pelagie

IG9 

 

 

 

 Pantelleria

IH9 

 

 

 

 Isole Cheradi

IJ7 

 

 

 

 Isole Calabre - Basilicata

IJ8 

 

 

 

 Isole Siciliane

IJ9 

 

 

 

 Isole Venete

IL3 

 

 

 

 Isole abruzz. - marchig.

IL6 

 

 

 

 Isole pugliesi

IL7 

 

 

 

 Isole molisane

IL9 

 

 

 

 Isole sarde

IM0/IS0 

 

 

 

 Isole liguri

IP1 

 

 

 

 

 I RADIOAMATORI IN AIUTO ALLA PROTEZIONE CIVILE

La Protezione Civile si avvale, per le operazioni di primo intervento in caso di calamità, delle strutture esistenti sul territorio: quindi le associazioni di volontariato, nell’ambito delle loro specifiche mansioni, sono inserite a pieno titolo nell’organico della Prefettura.

Anche i radioamatori possono dare il proprio contributo prezioso durante i soccorsi, in particolare attivandosi immediatamente dopo l’evento calamitoso, quando le normali reti telefoniche sono fuori uso. Forse non tutti sanno che anche i cellulari in tali occasioni vanno in tilt, perché funzionano attraverso ripetitori che possono saltare allo stesso modo delle linee telefoniche o elettriche.

I fatti avvenuti ad ottobre 2000 lo hanno drammaticamente dimostrato: con numerosi ponti distrutti, argini e strade cancellate rapidamente dalla furia dell’acqua, centinaia di persone in pericolo nelle loro case o addirittura fatte sfollare per gravi pericoli.

E’ superfluo ricordare che in caso di calamità naturale i radioamatori, come qualsiasi altro gruppo operante in seno alla Protezione Civile,  non devono certo attendere ordini dall’alto, è doveroso attivarsi immediatamente. Semmai, solo successivamente si adegueranno ad un eventuale coordinamento delle operazioni di soccorso e se il caso si ritireranno. L’opera dei radioamatori è preziosa proprio nei primi istanti e la loro presenza disseminata nel territorio rappresenta una garanzia insostituibile in caso di necessità, perché vi è una potenziale copertura delle comunicazioni in un’area piuttosto ampia quando non possono esserci altre soluzioni.

In caso di calamità ci sarà un gruppo di radioamatori della Sezione ARI che si attiverà ed opererà per le Radiocomunicazioni di Emergenza. Per questo fine vengono programmate varie prove radio durante l’anno, sia autonomamente sia in collaborazione con altri enti, in modo da verificare eventuali difficoltà dei collegamenti dalle diverse località. Essi sono disponibili ad operare anche con le amministrazioni locali al fine di trovare le migliori soluzioni da adottare per meglio rispondere alle esigenze di soccorso in caso di emergenza.

Il coordinamento delle attività dei vari gruppi esistenti nelle diverse Sezioni dell’ARI spetta ad un responsabile a livello regionale che opera in accordo con la Prefettura.

 

CENTRI OPERATIVI MISTI

 Cosa sono i C.O.M.

I Centri Operativi Misti, C.O.M., sono attivati dal Prefetto, nelle aree interessate all'evento, al momento della dichiarazione dello stato di preallarme o allarme.

I C.O.M. sono attivati qualora il Prefetto valuti che la calamità sia di gravità tale, per estensione territoriale e/o per eventuali conseguenze dannose, da richiedere:


- un'articolata attività di coordinamento degli interventi a livello intercomunale;

- una rilevazione e valutazione delle esigenze da soddisfare e delle successive richieste di interventi da avanzare a livello provinciale;

- un migliore impiego delle risorse umane e materiali già presenti in loco o che man mano affluiscono dall'esterno.

La costituzione dei C.O.M. è suggerita, quindi, dalla necessità di organizzare i soccorsi in modo capillare sul territorio interessato da un evento calamitoso e cioè di recepire in modo immediato le diverse esigenze locali e di garantireun effettivo coordinamento dei conseguenti interventi di soccorso.

Tali centri operativi dovranno assicurare un tempestivo servizio informativo facente capo, per il tramite del Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.), direttamente al Prefetto ed agiranno nell'ambito dei rispettivi territori di competenza, essendo in grado di avere diretta ed immediata nozione non solo delle dimensioni del disastro, ma anche delle più urgenti necessità che via via dovessero insorgere.

 

Compiti dei C.O.M.:

    Coordinamento generale nel proprio ambito territoriale di tutte le operazioni di soccorso ed in particolare:

- ricovero feriti
- recupero salme
- recupero e salvaguardia valori, mobili e masserizie
- demolizioni
- riapertura centri abitati
- approvvigionamento alimentare
- attendamenti ed altri ricoveri
- trasporto ed impiego mezzi speciali
- controllo acquedotti e fognature
- ripristino viabilità ed altri servizi pubblici
- verifica stabilità di strutture pericolanti
- altri interventi tecnici a tutela della pubblica incolumità
- controlli a tutela della salute e dell'igiene pubblica
- approvvigionamento idrico
- approvvigionamento medicinali
- disinfezione e disinfestazione
- controllo rete distribuzione generi alimentari
- ogni altro intervento di emergenza

 

Composizione dei C.O.M.:

A ciascun Centro Operativo Misto è preposto in via permanente un funzionario della Prefettura con il compito di curare l'attuazione, da parte dei Comuni, delle direttive impartite in tema di pianificazione ed, in occasione di eventi calamitosi, di assicurare su disposizione del Prefetto, il coordinamento degli interventi di soccorso e assistenza alle popolazioni, con responsabilità di attivare, in modo ottimale, tutti i servizi di emergenza, d'intesa con i singoli Comuni e tutte le altre autorità ed enti.


Ne fanno parte:

- Sindaco del Comune sede di C.O.M. o suo delegato

- Sindaci dei comuni interessati all'evento o loro delegati

- Presidente della Comunità Montana o suo delegato

- Direttore Generale Azienda Sanitaria Regionale o suo delegato

- Rappresentante del Comando Provinciale Vigili del Fuoco

- Rappresentante della Polizia di Stato

- Rappresentante dell'Arma dei Carabinieri

- Rappresentante della Guardia di Finanza

- Rappresentante del Corpo Forestale dello Stato

- Rappresentante delle Forze Armate

- Rappresentanti di altri Enti, Comandi, Uffici ed Organismi, anche di Volontariato, operanti nel territorio del C.O.M.

 

CENTRI OPERATIVI COMUNALI

    Il Sindaco, in qualità di Autorità comunale di protezione civile, al verificarsi dell'emergenza, nell'ambito del proprio territorio comunale, si avvale del Centro Operativo Comunale, C.O.C., per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita.

Il C.O.C. è presieduto dal Sindaco ed è composto dai responsabili delle funzioni di supporto finalizzate ad organizzare e svolgere le attività necessarie ad affrontare le criticità che si manifestano nel corso dell'evento calamitoso.

Il C.O.C. dovrà essere ubicato in un edificio non vulnerabile ed in un'area di facile accesso.


La struttura del C.O.C. si configura, generalmente, secondo nove funzioni di supporto:

1.Tecnico Scientifico - Pianificazione
2.Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria
3.Volontariato
4.Materiali e mezzi
5.Servizi essenziali e attività scolastica
6.Censimento danni a persone e cose
7.Strutture operative locali
8.Telecomunicazioni
9.Assistenza alla popolazione

    Ogni singola funzione avrà un proprio responsabile che in "tempo di pace" aggiornerà i dati relativi alla propria funzione e, in caso di emergenza, nell'ambito del territorio comunale, affiancherà il Sindaco nelle operazioni di soccorso.

  

CENTRO COORDINAMENTO SOCCORSI E SALA OPERATIVA DI PREFETTURA

In base al Piano Provinciale di Protezione Civile il Prefetto all'atto della dichiarazione di preallarme o allarme, convoca il Centro Coordinamento Soccorsi.

In caso di preallarme e allarme il Prefetto dispone l'attivazione della Sala Operativa presso la Prefettura.

Il C.C.S. quindi è lo strumento che in tempo di emergenza supporta il Prefetto per la direzione dei soccorsi e il coordinamento delle attività svolte da tutti gli enti e amministrazioni coinvolte.

Il C.C.S. è presieduto dal Prefetto o suo delegato e costituisce il vertice della linea strategico-operativa dell'organizzazione del sistema della protezione civile.

Il C.C.S. può essere convocato anche dalla Provincia, sulla base dell'evolversi delle situazioni di emergenza sul territorio.

 

Compiti del C.C.S.

- Coordinamento di tutta l'attività svolta dai Centri Operativi Misti (C.O.M.), se attivati, o dalle Autorità ed Organismi operanti nel territorio colpito da calamità.

- Raccolta ed elaborazione dati ed informazioni relative all'evolversi della situazione nelle zone colpite.

- Ricezione richieste di soccorso avanzate dai Centri Operativi Misti di settore, se attivati, o dalle Autorità ed organizzazioni operanti, e successivo inoltro, per l'adozione dei competenti interventi, ai Centri  Direzionali degli Enti e Corpi impiegati nelle operazioni di soccorso.

- Ricezione richieste di soccorso avanzate dai Centri Operativi Misti di settore, se attivati, o dalle Autorità ed organizzazioni operanti, e successivo inoltro, per l'adozione dei competenti interventi, ai Centri  Direzionali degli Enti e Corpi impiegati nelle operazioni di soccorso.

- Collegamento costante con le Sale Operative del Ministero dell'Interno e del Dipartimento della Protezione Civile.

- Oorganizzazione eventuale esodo della popolazione residente nelle zone colpite e successivo rientro nelle località di residenza.

- Organizzazione dei trasporti per eventuali collegamenti pendolari tra le zone colpite dall'evento calamitoso.

- Ogni altra incombenza affidata dal Prefetto per fronteggiare la situazione di emergenza.